La biopsia prostatica con tecnica Fusion è una metodica in grado di consentire una diagnosi mirata dei tumori alla prostata nei casi di PSA (antigene prostatico specifico o psa) elevato.
La biopsia prostatica fusion utilizza le immagini della risonanza magnetica multiparametrica (RM multiparametrica) effettuata dal paziente in precedenza, sovrapponendole a quelle dell’ecografia ottenuta con sonda endorettale. La RM multiparametrica permette di acquisire diversi parametri quali morfologia, vascolarizzazione, densità cellulare, metabolismo, e dunque non solo rileva le lesioni sospette che l’ecografia non è in grado di individuare, ma le rende facilmente visibili con contorni definiti e colori diversi a seconda del sospetto grado di malignità. Sovrapponendo le immagini si ottiene una ricostruzione tridimensionale della prostata e grazie all’ecografia è possibile indirizzare l’ago per la biopsia nelle zone con una reale potenzialità tumorale.
Questa tecnica, essendo mirata, consente di ridurre il numero di prelievi bioptici (dai 12-50 ai 2-3), offre una maggior accuratezza diagnostica dei tumori più aggressivi e la possibilità di una migliore gestione del paziente. Contribuisce, infatti, a selezionare in maniera più accurata i casi da sottoporre a intervento chirurgico con tecnica robotica Da Vinci perché clinicamente significativi distinguendoli da quelli non aggressivi (di basso grado) da monitorare con la cosiddetta sorveglianza attiva.